La gestione ottimale del rischio cardiovascolare è una sfida che si rinnova negli anni, per l’incessante avanzamento delle conoscenze e per il conseguente sviluppo di nuove tecnologie e farmaci sempre più efficaci, in grado di affrontare e ridurre con nuovi approcci e combinazioni terapeutiche anche il rischio cardiovascolare residuo. Quest’ultimo – definito come la probabilità che il paziente manifesti un evento patologico in presenza di un trattamento ottimale sulla base delle evidenze clinicoscientifiche disponibili – è un problema sempre aperto, nonostante i tentativi messi in atto dal medico curante per garantire appropriatezza terapeutica e corretta aderenza del paziente alle terapie croniche.